Luciano Campanelli
Unire i tempi, unire cioè la quarta dimensione che per noi geologi rappresenta il metro, l’unità di misura dell’evoluzione della specie e quindi della vita. Un’evoluzione che ha lasciato eccezionali segni visibili sui sedimenti di Pietraroja così chiamata per la presenza di rocce rosse, le bauxiti, che rappresentano un periodo di continentalità, cioè di emersione delle terre quando erano quasi totalmente sommerse dall’antica Tetide che rappresentava lo stato embrionale del mar Mediterraneo. Un’evoluzione che risente del ’’principio del¬l’attualismo”, teoria secondo la quale gli avvenimenti geologici del passato furono causati dagli stessi fenomeni che agiscono nell’era presente. Di questo ne è testimone Pietraroja e l’intero Sannio paleontologico con le sue montagne ed il suo mare visibile nella roccia quando il bambino riconosce su di essa le conchiglie simili a quelle con cui è solito adornare castelli di sabbia sulla battigia.
È con la medesima purezza che Giovenale plasma e scandisce con le sue opere la vita del piccolo dinosauro permeandolo di una dimensione religiosa che invoca l’unione di forze per ridargli culla nella sua terra lungamente depredata.
Unire i luoghi per conferire valore aggiunto ad un patrimonio che nel grande libro della terra racconta la storia di eredità lontane accomunandoci ai fratelli europei. Unire i tempi, unire i luoghi, unire le forze. Questa percezione di contiguità totale nelle opere di Giovenale ci orienta verso nuove ricostruzioni paleoambientali e rappresenta il timone per fruttuose navigazioni in un mare con un futuro a sud.
Luciano Campanelli
(Geologo - Associazione Culturale ”Un Futuro a Sud”)