Antonio Petrilli
Giovenale per Gotovac
“La pioggia degli ultimi giorni e i primi freddi autunnali non lasciava¬no prevedere niente di buono per la sera. Ma all’ora in cui doveva iniziare il convegno che precedeva l’inaugurazione della mostra di Giovenale Per Vlado Gotovac la pioggia smise di cadere e il castello di Casalduni acquistò quella calma tranquilla che, insieme alle ultime luci del giorno, fece da incredibile cornice ad una serata di alta sug¬gestione e spiritualità”.
Iniziavo, così, un breve scritto di cronaca in occasione della prima mostra di Giovenale dedicata al poeta croato.
E, sempre in quella occasione, sottolineavo che Giovenale non era caduto nella trappola della presunzione di tradurre o interpretare il poeta: “infatti egli - dicevo - ha tentato solo di ricostruire l’atmosfe¬ra, l’humus spirituale da cui i versi del croato erano germogliati”.
E’, quindi, evidente che l’incontro (spirituale, prima che artistico) di Giovenale con Vlado Gotovac risale ad alcuni anni fa, quando il pa-triota croato era morto da poco.
Giovenale aveva avuto la possibilità di leggere le poesie di Vlado gra-zie aH’amicizia del compianto dott. Giuseppe Zeppa con la signora Simona Sandric Gotovac.
Quell’incontro aveva ispirato a Giovenale una serie di opere che fu-
rono esposte in una splendida mostra al Castello di Casalduni (BN), e in tale occasione la figura del patriota-poeta fu mirabilmente ricor¬data da eminenti uomini di cultura, fra i quali l’indimenticato Gianni Vergineo.
Ma quell’ispirazione in Giovenale non è mai svanita ed ora un’altra serie di lavori è nata, in maniera meno diretta, ma non per questo meno forte e sentita, dal ricordo della figura di Vlado.
Le opere, infatti, non hanno quella stretta relazione con la poesia di Gotovac presente nei nove dittici della precedente mostra, ma sono permeate della stessa genuinità e spontaneità (l’¡stìnto a cui fa riferi-mento Massimo Bignardi nel saggio che segue).
Certo, i contenuti cambiano, le figure oranti e l’atmosfera di intima sacralità sono meno diffuse ed evidenti, i colori acquistano un vigore sicuramente più prorompente, ma lo spirito indomabile e generoso del poeta croato, profondamente ammirato e assimilato da Giovenale dal momento del primo incontro con quei sofferti versi, continua ad ispirare i lavori dell’artista sannita che ancora una volta ha voluto de-dicare questa serie di splendidi lavori al patriota scomparso.
Questo catalogo, oltre a contenere le immagini delle 28 opere del-l’artista, ospita uno scritto della signora Simona Sandric, che illustra la figura di Vlado Gotovac e un illuminante saggio di Massimo Bignar¬di, che analizza l’iter artistico-culturale di Giovenale sottolineandone la vitalità e l’istintività.
Antonio Petrilli